Vincitori XIII ed.

Sono stati proclamati i vincitori dell’XIII ed. del Premio durante la cerimonia di premiazione del 2 dicembre a Viareggio.

Romanzo inedito

  1. Serena Girivetto – “La congrega di Levone” – Borgaro Torinese (Torino)
    Motivazione:
    Serena Girivetto prende spunto, come lei stessa ci scrive, da fatti accaduti nel 1474 a Levone, nel Canavese, trascinando i residui di quella persecuzione ai giorni nostri e alle eredi di quelle stesse donne processate per stregoneria, Bonaveria, Margarota, Antonia, e Francesca, come la giovane protagonista, attraverso i cui occhi viviamo gli eventi che si susseguono incalzanti, grazie alla narrazione scorrevole dell’autrice. Francesca porta nel suo nome un’eredità antica di cui inizialmente non sa nulla, mentre strani incidenti e morti si susseguono nella piccola comunità dove tutti si conoscono e tutti sanno tutto di tutti. La verità si fa strada in questo intrigante romanzo grazie a un’eccellente caratterizzazione dei personaggi. L’autrice ci ricorda che le sfaccettature dell’animo umano sono molteplici, il confine tra buone e cattive azioni è labile, confuso; attraverso questa storia di streghe del nostro tempo, analizza la difficoltà nei rapporti familiari a tutti i livelli, dalla separazione alla violenza domestica, passando per la follia. La congrega di Levone ci dimostra quanto le azioni del passato abbiano forte risonanza anche nel nostro presente, e come le azioni sbagliate diffondano diffidenza e violenza. Serena Girivetto ci offre un romanzo ben costruito e dalla forte attualità, nascosta sotto il manto della superstizione, e contribuisce a riscattare la vita di quattro donne brutalmente interrotta dalla follia degli uomini.
  2. Camillo Maffia – “La Ghironda di Lady Winter” – Roma
    Motivazione:
    Streghe bianche, vampiri malvagi, elfi e uno strumento magico capace di comunicare con gli spiriti della natura. Camillo Maffia ci regala un fantasy ricco e scorrevole. Personaggi interessanti e originali si muovono negli anni inseguendosi, perdendosi e ritrovandosi. La storia di Mildred si apre in Italia, ma scopriamo presto che lei viene dal lontano nord dell’Europa, da una terra ricca di tradizioni e magia, e che fin da bambina sviluppa una particolare sensibilità e una preziosa dote: comunicare con gli spiriti della natura grazie a una ghironda magica. Lo strumento, tuttavia, visto il suo immenso potenziale, è ambito da malvagie creature che costringono la piccola protagonista alla fuga, a seguito del brutale assassinio dei genitori davanti ai suoi occhi. Seguiamo il susseguirsi degli eventi e la crescita della giovane strega che da Millie si trasforma in Lady Winter, creatura leggendaria che vive nei boschi. L’autore affianca alla piccola orfana due diafane compagne: l’elfa Emily, spirito evocato dalla ghironda, e la vampira ribelle Rosamund, la cui vita è stata stravolta dalle macchinazioni dell’Araldo. Il rapporto tra le tre donne scalda il cuore del lettore nelle gelide lande invernali, l’amore e l’amicizia nonostante le differenze vincono sulla sete di potere e controllo del nemico. Il nostro cuore si spezza al momento dell’addio, anche se momentaneo. Questo intreccio di vite segnate dagli eventi crea un romanzo piacevolissimo e ben costruito che arriva dritto al cuore, come la musica di Lady Winter.
  3. Manuel Gavioli – “L’Uomo dalla Luna” – Copparo (Ferrara)
    Motivazione:
    La nebbia è palpabile, il vento ti penetra nelle ossa, gli occhi non abbandonano la pagina, come quando, seduti nel buio avvolgente di una sala cinematografica, assistiamo inquieti a un film dell’orrore… I personaggi di Manuel Gavioli non si conoscono. Portano il peso di esperienze totalmente differenti, di eventi traumatici, o solo di una vita monotona. È così che l’autore ce li fa amare, sono esattamente come ognuno di noi, nessun supereroe, nessun potere soprannaturale, solo una schiacciante umanità. Ed è questo che attira l’uomo dalla Luna. Il ritmo della narrazione è incalzante, le immagini che evoca oniriche. Dal cerchio umano di un gruppo di sostegno alle mura anonime di una stanza d’albergo, Michael, Amalia Jacqueline e Marcel fuggono dalla tetra figura che anima i loro incubi, così simili e così tremendamente reali… Ma l’uomo dalla Luna è davvero un nemico? Cosa ha in serbo per ognuno di loro? Perché li tormenta fino alla pazzia? Lo scrittore con la sua vibrante narrazione ci getta a capofitto in un incubo terrificante e lacerante, fornendoci al contempo non la soluzione ai problemi o un vissero felici e contenti, ma le armi per affrontare la paura del cambiamento a cui ogni essere umano anela.


Premio Speciale della Giuria:

  • Pasquale Rimoli – “Il peso del peccato” – Scanzano Jonico (Matera)
    Motivazione:
    Con questo romanzo Pasquale Rimoli ci porta in Scozia, terra da sempre piena di mistero, fascino, tradizione e magia. Nella lotta per il potere tra clan, fa la sua comparsa nella piccola Dalmally, Emlyn: giovane attraente, solitaria, capelli come fuoco… Basta poco a etichettarla come strega, soprattutto quando fatti insoliti e tragici e morti iniziano a colpire la comunità. In una narrazione che intreccia storia e magia, l’autore ci accompagna lungo i corridoi di pietra di antichi manieri. Qui si consumano passioni e vendette, abusi e omicidi; qui tutti hanno un segreto, spesso terribile. La nostra protagonista si troverà suo malgrado ad affrontare la propria oscurità interiore in una lotta senza tregua per la sua anima tra bene e male, Dio e Satana. I personaggi di Pasquale Rimoli non sono perfetti, vivono le umane passioni e prendono decisioni sbagliate. I nemici si scoprono alleati e gli alleati creature assetate di potere. La narrazione storica è ben costruita, a ogni capitolo seguiamo con trepidazione un personaggio differente, in un intreccio che Rimoli ci svela a poco a poco. Tra incantesimi, malefici, possessioni demoniache, il sangue scorre su Dalmally, contrapponendo al futuro colmo di speranza dei protagonisti la promessa di altre morti, al grido di vendetta n’oubliez pas, non dimenticare.


Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Dario Bettati – “Nikolaj G. – Occhi Rosso Sangue” – Roma
  • Alessandra Brunelli – “Acque Scarlatte” – Mirano (Venezia)
  • Maria Laura Bufano – “La ghiottoneria versificatrice” – Conil de la Frontera (Spagna)
  • Gianluca Comunale – “Lince Rossa” – Domodossola (Verbania)
  • Ilaria Corazza, Caterina Corazza, Giacomo Villani, Edoardo Villani – “La Città di Nebbia” – Minerbio, Granarolo dell’Emilia (Bologna)
  • Mauro Cotone – “La città dei ratti” – Roma
  • Jolanta Maria Czarnomorska – “Soffioni” – Cagliari
  • Angelo de Marco – “Chloé, l’erede del Licantropo (Il ritorno per la vendetta)” – Messina
  • Gianmarco Del Tredici – “Mondo di demoni – I nemici dell’assoluto” – Somma Lombardo (Varese)
  • Federico Di Girolamo – “La porta della verità (L’edificio della paura)” – Caronno Pertusella (Varese)
  • Martina Ferlino – “La fatina del termosifone” – San Severo (Foggia)
  • Ornella Fiorentini – “Il negromante di Rouen (La vera vita di François Durant)” – Ravenna
  • Andrea Fontana – “Come sopravvivere quarantacinque giorni in Gran Bretagna” – Roma
  • Ilario Giannini – “Victor – Memorie da un altro mondo” – Viareggio
  • Giovanni Lanteri – “Jack Brina e la Fanciulla delle Nevi” – Ancona
  • Daniela Macchi – “Luce” – Chiavari (Genova)
  • Simone Manes – “Il villaggio di confine” – Milano
  • Angel Phoenix – “Eterna Giovinezza – Cuori incatenati tra magia e mistero” – Trieste
  • Alessandro Ranuzzi – “Ius Primae Noctis” – Ravenna
  • Sebastian Ruggiero – “Un vampiro ai tempi del Covid” – Guspini (Sud Sardegna)
  • Arianna Scuderoni – “Maschere D’ombra – Storia di una ragazza (IN)visibile” – Roma

Racconto inedito

  1. Alessandro Izzi – “Uno sconosciuto alla porta” – Gaeta (Latina)
    Motivazione:
    Uno smarrimento profondo, una confusione che sembra essere calata su ogni cosa, privando di significato anche il tempo. Una donna ha subito una violenza anomala, che lascia una traccia, un frutto strano, malato, che ora cresce rubando energia, un fardello agghiacciante che sconcerta la coscienza. E qualcosa sta succedendo fuori, delle luci nel cielo, magari, chissà. Una costruzione difficile e ricercata crea un racconto vischioso, avvolgente, che da un realismo in apparenza ordinario precipita presto in un indistinto alterato. Attraverso una scrittura sempre chiara, ben calibrata e attentissima – specie nelle scelte cruciali delle cadenze e della definizione dei particolari – le sensazioni della protagonista valicano il limite della pagina e ci si appiccicano addosso, togliendo insieme respiro e certezze. Mentre il tempo si spezza e si dilata, con lei vorremmo annaspare alla ricerca di qualche riferimento, o mettere insieme quelli che emergono da ricordi confusi, passato insieme al presente, forse. Ma la sofisticata capacità di espressione aliena la nostra volontà dalla possibilità di comprendere ciò che sta accadendo; e non si può che restare passivi, storditi, ad augurarci con sempre più angoscia che si apra uno spiraglio per capire almeno un frammento di quella estraneità che sembra ormai prendersi tutto. Ma più si procede, più il senso di ottundimento si inspessisce. E quando il finale arriva a schiudersi, al di là di un istintivo orrore, anche delle emozioni non rimane più che un profilo sfocato.
  2. Antonella Sorgini – “Gotico in sol minore” – Ortona (Chieti)
    Motivazione:
    Un racconto epistolare affascinante, costruito su un equilibrio raffinatissimo di stili e di tempi. Provenza 1889, ma niente da concedere alle atmosfere luminose di Van Gogh. Una serie di missive descrivono lo sprofondare di un nobiluomo in un oscuro incubo di frenesia e terrore. Di lettera in lettera, tra le ombre di un misterioso malessere si affaccia una verità inquietante, che si fa intuire con struggente lentezza, di dettaglio in dettaglio: una musica, una figura, degli strani poteri… Con perfida abilità, l’autore lascia tutti i giusti spazi in cui il lettore può far correre la propria immaginazione, completando il proprio angoscioso disegno di orrore verso un apice drammatico. La variazione finale corona in maniera sorprendente ed estremamente efficace un crescendo di grande suggestione, sulle orme dei maestri del genere.
  3. Sergio Poli – “Il gioco dell’avvoltoio” – Sanremo (Imperia)
    Motivazione:
    Un senso di disagio, di rifiuto, di pericolo trasuda fin dai primi passi di questa storia. Davvero diremmo alla protagonista, la piccola ingenua Gaia, che corra via, non dia ascolto a quel Signor Pennuto, come lo ha chiamato lei, che le sta offrendo una soluzione facile facile ai suoi problemini di bimba. Perché quello è il principio di un patto, terribile, carico di dolore, che quella bestia astutissima la convincerà a rinnovare ancora e ancora nel passare dei decenni, quando esausta e confusa non si sentirà in grado di superare gli ostacoli. Con dei costi sempre più alti, fino alla distruzione – anzi no, fino alla sorprendente rivelazione conclusiva. Che dà sì una luce diversa alla vicenda, ma che non può cancellare il segno di tanta sofferenza; al punto di non sapere più, noi che leggiamo, cosa desiderare. Racconto diabolico non solo per intonazione, che con una linearità semplice e implacabile sa spalancare abissi di dubbio e desolazione.

Premio Speciale della Giuria:

  • Erika De Filippo – “La grande Porta” – Napoli
    Motivazione:
    La spontanea incoscienza della fanciullezza, il gusto trascinante della sfida, la curiosità invincibile per ciò che si esorcizza, sono le scintille di un racconto per niente banale, dalla scrittura più che convincente e dal simbolismo profondo. È notte scura di inverno quando un gruppetto di ragazzini – brillanti mini eroi letterari – sgattaiola via dalla festa del paese per sondare una soglia misteriosa, una porta dalle mille leggende. Nell’incalzare rapido degli eventi troveranno loro malgrado una parte nel legame complesso tra credenza e realtà, quotidianità e leggenda. Scrutare al di là di un limite oscuro vuol dire assecondare uno dei primi bisogni umani. La stessa paura di un ignoto in fondo altro non è che un richiamo, una fascinazione ancestrale che non si può ignorare.
  • Ivan Scarabocchio – “La nostra canzone” – Azzate (Varese)
    Motivazione:
    Atmosfere inusuali, calde, dense, che richiamano il grande racconto di avventura. Nei Caraibi della filibusta, saturi di colori, di furore, di cupidigia, tre piccolissimi pirati comuni inseguono una ennesima sgangherata storia dorata. Il loro viaggio da Hispaniola a Tortuga scivola sulle acque fatte scarlatte da un ultimo tramonto. Nessun tesoro troveranno: ciò che dal mare emergerà sarà un segreto poetico e crudele, un amore che non si può confessare né lasciar andare. Tra le righe di un racconto originale e spiazzante, lo scarto fatale tra gli orizzonti di chi non sa credere che nel cinismo e chi, magari pur ferito e preso ormai dalla malinconia, ha avuto e potrà avere sempre il cuore pieno.

Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Ughetta Aleandri – “La band” – Foligno (Perugia)
  • Cristina Amerio – “En giro torte sol ciclos et rotor igne” – Prato
  • Giuseppe Berti – “Il maniero abbandonato” – Pisa
  • Danilo Cannizzaro – “Criminal milonga (o Del mostro solitario)” – Punta Secca (Ragusa)
  • Elisa Contarini – “Irafells-Móri” – Fusignano (Ravenna)
  • Giancarlo Cotone – “Backup” – San Donato Milanese (Milano)
  • Mauro Cotone – “Gli occhi del padre” – Roma
  • Deadlyluka – “Un certo Alex” – San Giuliano Terme (Pisa)
  • Matilde Esposito – “Halloween” – Castellammare di Stabia (Napoli)
  • Giuseppe Fazio – “Il fantasma della fotocopiatrice” – Milano
  • Micol Fusca – “L’Acciaio e la Seta” – Montebelluna (Treviso)
  • Giulio Gasparin – “C’era una volta un Re” – Pordenone
  • Angelo Manzoni – “La pioggia col sole” – Mordano (Bologna)
  • Valentina Montuori – “Le origini del male” – Nettuno (Roma)
  • Gaia Parenti – “Anime perdute” – Prato
  • Sofia Pettinari – “Sussurrano nel cortile” – Pergola (Pesaro-Urbino)
  • Alessandro Porri – “Anna” – Roma
  • Massimiliano Serino – “Catherine” – Milano
  • Alessandro Troisi – “Il principe della notte” – Anzio (Roma)
  • Caterina Viti, Ilarione Loi – “Illusioni di un tempo qualunque” – Seravezza (Lucca), Monreale (Palermo)

Poesia inedita

  1. Daniele G. Baccaro – “Possessione” – Agliana (Pistoia)
    Motivazione:
    All’inizio è un sospiro di candela e il lettore si incanta a osservare la fanciulla ancora ignara del suo destino. Nei primi versi c’è attesa, timore, la sensazione di qualcosa di terribile e malevolo. L’autore si sofferma su questa immagine come chi, sull’orlo del baratro, non osa ancora guardare giù. Chiama la fanciulla “anima innocente”, anche se quell’innocenza che sta descrivendo è “un fiore che accarezza la sua tomba.” Poi un verso spezza l’attesa: “Ma un istante, anatema! Una smorfia ti sfigura.” Da qui in poi la poesia è possessione. È necessario leggere e rileggere i versi per assorbire quello che la ragione non può comprendere. In suo aiuto viene la poesia che con potenti immagini monocromatiche, descrive la devastante opera della possessione sulla purezza di un’anima innocente.
  2. Alessandro Izzi – “Lamento della strige” – Gaeta (Latina)
    Motivazione:
    Come un fungo che emerge dalle cose morte, questa poesia ha nelle parole e nella sua stessa struttura il destino e la volontà di rimanere nel “bacio umido di terra e radice”, cioè là dove la decomposizione condanna all’oblio. Eppure, là sotto, tra “lacrime arse” e roridi fondi e foglie disfatte, non c’è oblio, bensì attesa. Dal tappeto di versi, che l’autore è riuscito a impregnare di parole odorose di sottobosco, sale il lamento della strige che cova in silenzio il suo odio per tutto ciò che è assetato di sole, prepara il suo veleno e attende la sua vittima in silenzio.
  3. Wanda Pianu – “Pelliccia” – Sassari
    Motivazione:
    Al centro della poesia c’è una donna, ma anche qualcos’altro. L’autrice non lo dice. Non tenta nemmeno di pronunciarne il nome. Non ce n’è bisogno. La verità è sotto alla pelle, quando la luna è piena. “In me cresce una pelliccia”, rivela la voce di donna. Ed è una rivelazione forte e chiara. Tutti sappiamo a quali conseguenze porterà. Tutti ne abbiamo timore. Tutti ne temiamo le conseguenze. Ma alla poesia non interessa descrivere l’orrore: preferisce lasciare che il lettore intuisca cosa si cela sotto quella pelliccia che spunta al chiaro di luna e a quali tragiche conseguenze porterà. È qualcosa che si nutre della stessa materia oscura di cui è fatta. Dopo, quando finisce, rimangono solo fiumi di sangue.

Premio Speciale della Giuria:

  • AA. VV. A cura di Luigi Di Raddo – “La regina del male” – Pontelungo (Pistoia)
    Motivazione:
    La regina del male del titolo richiama la vicenda della strega per antonomasia, Malefica, così come è tornata in auge grazie a un grande film contemporaneo. Tuttavia, questo componimento in veste di filastrocca in rima baciata va ben oltre al richiamo cinematografico. Gli autori con la voce della poesia hanno voluto ricreare, verso dopo verso, l’ambiente magico in cui cresce la regina, si trasforma e rinasce grazie all’amore. La poesia così si eleva e si trasfigura diventando forte censura al pregiudizio verso il diverso, condanna delle false apparenze, e soprattutto si fa inno alla nobiltà dell’amore sincero. Amore basato sullo stupore nel riconoscere nell’altro la meraviglia di un sentimento condiviso: eterno e forte come la poesia.
  • Stefania Silvestri – “Erinni” – Nove (Vicenza)
    Motivazione:
    Primitivi spiriti della vendetta, persecutrici implacabili di chi si macchiava della colpa, le Erinni vengono ancora una volta evocate. E già con le parole che le richiamano dal profondo del tempo si disegna il travolgente impeto di quella azione per cui vengono supplicate. Versi ruvidi, scabri, impetuosi, feroci nei colori e possenti nelle intonazioni, compongono un canto di vendetta furiosa, una preghiera tanto forte quanto disperata per una nuova giustizia, che non sappia accettare indifferenza o perdono per ciò che nel presente è oppressivo e spregioso.

Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Barbara Barducco – “Le streghe di Alvon (Levone)” – Rivarossa (Torino)
  • Francesca Berti – “Silenzio” – Pisa
  • Loredana Bottaccini – “Lilith” – Torino
  • Erika Caser – “Una strega all’ospizio” – Merano (Bolzano)
  • Stefano Catena – “Il contagio” – Roma
  • Daniela Conti Benassi – “I vampiri moderni” – Camaiore (Lucca)
  • Renzo di Pier Angelo – “Nel bosco si nasconde” – Soresina (Cremona)
  • Silvia Fornoni – “Morte, amica della vita” – Cernusco sul Naviglio (Milano)
  • Francesco Gasapini – “La ballerina del lume” – Roncoferraro (Mantova)
  • Pietro Paolo Imperi – “Poesia dal futuro o ingerenza poetica dal multiverso” – Roma
  • Marco Leonardi – “Canto notturno di una vampira errante nell’Asia” – Legnano (Milano)
  • Annunziata Luppino – “Unghiolo di un diavolo” – Rieti
  • Roberto Marsiglia – “Il tristo mietitore” – Chiavari (Genova)
  • Elena Angela Pera – “Ombra” – Masate (Milano)
  • Gabriella Pison – “Quarto sigillo” – Trieste
  • Pier Paolo Russo – “L’incubo” – Lecce
  • Ylenia Sabato – “L’ombra oltre lo specchio” – Salerno
  • Donatella Sarchini – “Curiosità malata” – Milano
  • Fabio Soricone – “Eresia notturna” – Villalba (Roma)
  • Jessica Tommasi – “Vampiro: d’amor morte (e)vocazione” – Perugia

Pubblicato da premighstreghebuk

Premi Letterari Nazionali: - Giovane Holden - Streghe Vampiri & Co. - Bukowski

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