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Vincitori X ed.

La cerimonia di premiazione si è tenuta il 21 novembre esclusivamente online.

Poesia inedita

  1. Manuel Pellegrino – “La ballata delle vergini perdute” – Caraglio (Cuneo)
    Motivazione: Melodia tragica di una ballata trobadorica, che risuona forte e che ci porta lucidi nel territorio del delirio e della morte. Con un tono epico da poesia dei canzonieri, consente alla memoria di ricordare, di lasciare una traccia nel frangente in cui lo spirito scompare. Quando la banalità del male strappa ali innocenti dalla coscienza, solo la traccia sacra di un canto popolare resta a testimoniare quanto è stato. Non si disperde, ma resta in un afflato senza tempo che può servire a rendere fertile la volontà di chi vuole osare la libertà, chi sceglie di non scordare che l’agire del male è opera intenzionale, e non coscienza sdrucciolevole, o molle resa alla vendetta. Si può scegliere, se non di opporsi, di urlare, di testimoniare. Una ballata che arriva sorda e intensa come un fumo nero, portandoci segnali che risuonando nella mente, che ci chiedono di lottare, di schierarsi, di scegliere, e, come ai cavalieri di epoca trobadorica, di brandire la spada per necessità di amore.
  2. Ana Maria Andrino Botelho – “Spiriti del passato” – Ginevra – Svizzera
    Motivazione: Una overture scolpita nella forza del destino, come lo schiudersi profanatore di vasi canopi, riemersi dagli scavi nell’interiorità, riportati alla luce dall’archeologia dello spirito. Approcciarsi a questa lirica offre al lettore l’esperienza di una visitazione di epoche antiche. Ci si scopre a indagare, prima con le sensazioni e poi con la memoria, i polverosi sedimenti dei ricordi che si raccontano dipanandosi nei geroglifici dipinti sulla pelle, intensa di profumi inebrianti e scintillante di disegni animati. Il mistero della vita e della morte si manifesta con tutta la potenza della putrefactio. Una trasformazione continua e inarrestabile, con la certezza che l’eredità che proviene da antenati mai visti, sia la nostra condanna, il marchio indelebile della nostra natura incatenata a una croce davanti alla quale non esiste redenzione.
  3. Daniele Giovanni Baccaro – “Delirio di notte e amore” – Agliana (Pistoia)
    Motivazione: Una lirica che conduce il lettore nel gelido sistema del male. La direzione di un viaggio dove la bussola non segna più il punto, è quella di una epifania lucida che solo una poesia di genere, lontana dall’ordine ordinario, può manifestare. Fra ascolto e visioni, in un’evocazione di stralci di parole dove il ritornello è il nonsense, si articola una lirica in pieno stile surrealista. Non c’è senso nel delirio, e non c’è logica al male. Il chiaro richiamo al mito delle Moire chiarisce la Weltanschauung soggiacente il testo: una visione più crudele delle Parche, perché in essa regna il segno del caso. La pietà è diafana, e Atropo è un destino che non si piega al divenire, ma inflessibile stampa in un disegno immutabile di casualità, la realtà della vita nella morte.

Premi Speciali:

  • Elena Angela Pera – “Senzamorte” – Masate (Milano)
    Motivazione: Lirica essenziale dominata da segni simbolici e rapidi, che richiamano il lampo della trasformazione in una particolare eternità, nella quale portare il segno di Senzamorte è esserne rappresentazione vivente. La poesia, per statuto di linguaggio, è in sé un simbolo: qui la forma si unifica alla sostanza, significante e significato si incarnano oltre l’arbitrarietà del segno. Chi legge questa lirica si trova immerso al centro di una manifestazione. Il Senzamorte viene evocato dalla pregnanza dei dettagli, dalla incisività dei frammenti che lanciano su chi legge un sortilegio. Grazie alle parole, fra il poeta e il lettore avviene, più che un contatto, un contagio. I due restano avvinti con una nuova modalità di legame, più intenso e profondo del sangue, creando un continuum fra vita e morte.
  • Domenico Sessa – “Ultimo canto di Matteuccia da Todi” – San Donato Milanese (Milano)
    Motivazione: Lirica di rievocazione storica; Matteuccia da Todi, medichessa che si districava fra medicina e magia, fu accusata di prostituzione, di profanazione e di commercio di filtri d’amore, e fu condannata al rogo in uno dei primi processi per stregoneria in Europa. Nella finzione lirica, la sua storia diviene uno storytelling di attualità contemporanea. La sua figura è quella di un essere ambivalente, che oscilla fra un’incarnazione positiva, di sacerdotessa o addirittura di divinità minore della natura mater, e un’incarnazione negativa, matrigna megera e corruttrice. Questa lirica, il cui suono sembra muoversi sulla famosa formula magica coniata dalla protagonista, rende testimonianza e onore al sacrificio che il femminile ha sostenuto durante lunghi secoli bui dominati dalla repressione religiosa e dall’ostilità verso chi osava scostarsi, per curiosità, per istinto o per amore, da quanto era considerato ortodosso.

Finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Francesca Berti – “Spettri” – Pisa
  • Francesco Caldart – “Ho camminato con uno zombie” – Belluno
  • Silvia Carani – “Artemisia per la strega” – Ripafratta (Pisa)
  • Raffaele Casanova – “Streghe Vampiri and Co. (Acrostico)” – Varese
  • Erika Caser – “Un assassino” – Merano (Bolzano)
  • Enrico Cincotti – “Strega” – Molfetta (Bari)
  • Patrizia Colaianni – “Draghi!” – Turate (Como)
  • Vincenzo Corsi – “La ballata della strega dormiente” – Anzio (Roma)
  • Francesco Cusa – “Erinni” – Bologna
  • Alessandro D’Elia – “Zombi in divisa” – Roma
  • Pietro Paolo Imperi – “La sindrome di Renfield” – Roma
  • Lucia Lo Bianco – “C’è un vampiro che compare” – Palermo
  • Roberto Marsiglia – “La furia degli dèi” – Chiavari (Genova)
  • Davide Nervo – “La festa dei corpi santi” – San Mauro Torinese (Torino)
  • Stefania Paci – “Morgana” – Capraia e Limite (Livorno)
  • Paola Paradisi – “Le sacerdotesse di Avalon” – San Vincenzo (Livorno)
  • Danilo Pinotti – “Il baffardello” – Pontremoli (Pisa)
  • Alessandro Porri – “Rosso di sangue e d’amore” – Roma
  • Annalisa Potenza – “Frankenstein” – Pescara
  • Samantha Proscia – “L’impulso” – Grumo Appula (Bari)
  • Donatella Sarchini – “Il vestito pulito della notte” – Milano
  • Fabio Soricone – “La dama in nero” – Villalba di Guidonia (Roma)
  • Maura Termite – “Raptus” – Milano
  • Denise Toldo – “Regina di cuori” – Pisa
  • Barbara Zanotti – “Succubus” – Occhieppo Inferiore (Biella)

Racconto inedito

  1. Fabrizio Di Filippo – “Il progetto di Ariel” – Treviso
    Motivazione: Un costrutto assemblato per sopravvivere a qualunque scenario dopo la fine del mondo attuale: è Ariel, il protagonista del racconto di Fabrizio Di Filippo. Creatura bambina ma già più che formata, potente e fragile, dalle possibilità infinite ma nuda di conoscenze. Ogni parola che il suo padre pronuncia è un mondo che gli schiude. Tra le ascendenze mitiche e la crudezza di un crepuscolo della civiltà moderna, Ariel avanza verso la conquista della consapevolezza di sé. In una atmosfera sospesa e dalle tinte cupe di un diluvio forse definitivo, emerge la figura di un essere inquietante, in cui echeggiano sia il Frankenstein di Shelley che il Newborn di Jeunet: un Ubermensch imprevedibile e tetro, reso mostruoso non dal suo aspetto, quanto piuttosto dalla sua non necessità di sentimenti. E se il prossimo futuro, dopo la catastrofe umana, fosse davvero suo?
  2. Micol Fusca – “Nonna” – Montebelluna (Treviso)
    Motivazione: Giù, in basso, sottoterra e sotto a tutte le violenze, le ipocrisie, i segreti torbidi di una società schiavista, c’è il fetido e oscuro cunicolo dove Willow, servitore bambino meticcio, viene rinchiuso per una ottusa punizione. In quel buio non è solo: laggiù dalle ere più lontane sopravvive qualcosa, una creatura indefinibile, incatenata dal disgusto e dalla paura degli umani. Ma oltre a quelle catene, Willow troverà un affetto, e il coraggio di nutrire ancora la speranza nella solidarietà. In una cornice di pregevole originalità, grazie a una composizione accurata, a uno stile equilibrato e convincente e a un linguaggio perspicuo ed evocativo, il racconto di Micol Fusca cattura, avvince e commuove.
  3. Tita Canta – “Quarantine dialogue” – Parma
    Motivazione: Nella reclusione della quarantena sanitaria dei giorni nostri, si intesse un fitto scambio di messaggi in chat tra un uomo e una donna. Un dialogo come mille altri, se non fosse che lui si dichiara un licantropo. E quando la gabbia si apre, la caccia subito riprende. Ma il suo esito è lontano da quello che sembra scontato. Tita Canta compone un racconto ansimante di ferocia e di volontà, che si avventura nelle pieghe del pensiero ossessivo di un affascinante protagonista: una creatura che per restare aggrappato alla civiltà, sfianca la propria natura ferina sotto il giogo di un rigido controllo spirituale. Una storia impetuosa e spiazzante sulla solitudine della diversità, sul tormento di riconoscere se stessi e sulla difficoltà del trovare ascolto.

Premi Speciali:

  • Maddalena Giordano – “Il giullare e la principessa triste” – Matera
    Motivazione: Maddalena Giardino sconquassa con gustosa irriverenza il canone classico del fantasy, lasciando che sia un giullare dal debordante eloquio a farsi narratore della storia di una malinconica principessa. Dalla sua bocca, avida tanto di cibo quanto di narrare, erutta un racconto a suo modo torrenziale, battente, che mescola con vivace incoscienza stili, forme e registri: è una piccola ma animata cornucopia di immagini che si rincorrono senza soluzione di continuità, danzando sulla linea sottile che separa la vitalità dal macabro.
  • Silvia Sardini – “Sole nero” – Foligno (Perugia)
    Motivazione: Nel testo di Silvia Sardini si avverte il timbro inequivocabile della buona scrittura contemporanea, quella che ama ascoltare la vibrazione dei dettagli con cui il mondo le si dispiega davanti, prendendo da essa lo slancio per attaccare al cuore le emozioni. Una storia dai caratteri realistici, quella che descrive scelte difficili di fronte al dolore, si colora con dolcezza e con vitale intensità di suggestioni ulteriori. Il potere suadente e vigoroso delle parole quotidiane innerva un racconto dallo stile raffinato e dalle cadenze suggestive.

Finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Ughetta Aleandri – “Atena” – Foligno (Perugia)
  • Giulia Bernardi – “A cavallo della luna” – Trieste
  • Giuseppe Berti – “Quia pulvis es” – Pisa
  • Antonio Bini – “Biscotti al miele” – Lido di Camaiore (Lucca)
  • Marco Bonini – “La regina delle anguane” – Piandicerreto (Lucca)
  • Chiara Campia – “Trasparenti Speranze” – Torino
  • Erika Caser – “Le lacrime del diavolo” – Merano (Bolzano)
  • Francesco Cusa – “Gnak lo gnomo” – Bologna
  • Delia Giovannini – “La galleria” – Firenze
  • Francesco Gozzo – “Lastelor” – Binasco (Milano)
  • Antonio Iorio – “Panico sonico” – Roma
  • Alessandro Izzi – “La fata del lago” – Gaeta (Latina)
  • Davide Loguercio – “Abisso” – Besana in Brianza (Monza-Brianza)
  • Daniela Macchi – “Vengo a prendervi” – Chiavari (Genova)
  • Roberto Marsiglia – “La nonna” – Chiavari (Genova)
  • Roberta Mazzotta – “Un vampiro qualunque” – Lecce
  • Elisa Moretti – “Noi” – Orte (Viterbo)
  • Cristina Moriconi – “Nella grotta del Drago o di come Desiderio ha (quasi) conquistato Limpiaquae” – Viareggio (Lucca)
  • Valeria Neri – “Il collezionista” – Quarrata (Pistoia)
  • Gabriella Pison – “Con i migliori saluti…” – Trieste
  • Lorenzo Pistolesi – “La Luna di Sangue e la Stella del Mattino” – Lariano (Roma)
  • Alessandro Porri – “The true story of Jack The Ripper (La vera storia di Jack lo squartatore)” – Roma
  • Egidio Storelli – “L’odore” – Caprarola (Viterbo)
  • Lea Valti – “Il Raggio Verde” – Roma
  • Francesco Villicich – “Okeanós” – Idro (Brescia)

Romanzo inedito

  1. Raffaele Longo – “In nome del Piccolo Popolo” – Olevano sul Tusciano (Salerno)
    Motivazione: Il romanzo ci riporta alle magiche creature della tradizione e delle fiabe, al regno delle fate a cui si accede da alberi altrettanto magici, cerchi di funghi e colline incantate. La storia però assume tratti più contemporanei nello sviluppo della trama, infatti le leggende sono riproposte come componenti di un processo. A presiedere la corte è uno gnomo, il Magistrato Giudice di Pece, che nella notte in cui tutto è possibile deve, dopo avere ascoltato le arringhe dell’Avvogatto e dell’Avvofata, applicare la legge fatata. Così troviamo Fatina e Topino uno contro l’altro per decidere chi ha maggior fama e quindi diritti sui dentini dei bambini; il Ranocchio dello stagno contro la Principessa che lo molesta affinché si trasformi in principe; e cosa dire del Coniglietto Pasquale che fa causa ai folletti di Babbo Natale per la decorazione poco appropriata delle sue uova? Ma non fatevi fuorviare dal tono scherzoso e dalla scrittura accattivante, all’alba ogni sentenza porta con sé una morale e un messaggio estremamente attuale.
  2. Roberto Marsiglia – “Lo specchio” – Chiavari (Genova)
    Motivazione: Narrato in prima persona, con un linguaggio arcaico e ricercato, il romanzo di Roberto Marsiglia ci pone dinnanzi a un primo enigma mentre fluide le pagine scorrono sotto i nostri occhi: chi è colui che parla? Un pazzo che si crede posseduto, un uomo malato, un assassino che si confessa, un vampiro, il Diavolo? Mentre ci racconta la sua storia e proviamo pena per questa creatura tormentata, a cosa pensiamo? Cosa proviamo? È un essere demoniaco o solo delirante? Dall’infanzia passando per l’adolescenza fino ad arrivare all’età adulta, Roberto Marsiglia descrive con tinte cupe e disperate il disagio della crescita, dell’isolamento sociale, del rapporto con Dio ponendoci difronte a un secondo interrogativo: accetteremmo un patto col Diavolo per porre fine alla sofferenza? E infine, il demone che si palesa allo specchio, è il vero Male o il disgusto per noi stessi?
  3. Damian – “Gli sfila-pigiama”
    Motivazione: Cosa succede quando moriamo? Come vengono smistate le anime? Nel romanzo, Damian ci racconta il suo viaggio oltre la vita e ritorno da una zona d’ombra in cui le anime dei morti vengono smistate e spogliate di se stesse per passare a uno stato altro di puro spirito. E come ci si libera del proprio passato, di ciò che si è stati? Come ci si sfilerebbe un pigiama, aiutati da esseri angelici che guidano, informano, accompagnano e che a volte tanto angelici non sono. Seguiamo Damian e i suoi nuovi amici cercare i propri cari scomparsi infiltrandosi nell’Aldilà delle vite ben vissute dove tutti vorremmo finire (o forse no) per poi tornare indietro, alla vita. In queste pagine oniriche Damian conduce il lettore a fare i conti con quanto di incompiuto c’è nella vita di ognuno e che, una volta giunti al bivio, porterà a scegliere un sentiero rispetto a un altro, ad abbandonarsi o a resistere.

Premi Speciali:

  • Daniele Coppa – “Il moro di Firenze” – Mariano Comense (Como)
    Motivazione: Una coppia in vacanza a Firenze, si reca a visitare la Galleria degli Uffizi; qui un quadro in particolare colpisce l’attenzione del marito: la giovane dipinta somiglia incredibilmente alla sua seconda moglie. Con toni fluidi e divertenti, Daniele Coppa riscrive fatti storici con brio e fantasia, dandone un’interpretazione originale e fuori dagli schemi. Seguiamo le vicissitudini di un mercante fiorentino ossessionato dai soldi e dal giudizio altrui, l’arrivo di un giovane di colore che dice di essere suo figlio (lo stesso ragazzo rappresentato nel quadro accanto alla giovane donna) sconvolge la sua vita e quella della sua famiglia, ma non solo, scuote l’intera Firenze. Non è infatti ciò che sembra, il giovane moro, ma una creatura infernale di nome Asmodeo, inviato dal Diavolo stesso alla conquista della città. Una narrazione che, con tratti leggeri, ben rappresenta le credenze e le superstizioni del tempo.
  • Matteo Pezzani – “Il sorriso del lupo” – Ravenna
    Motivazione: Matteo Pezzani ci regala un fantasy ben scritto, per molti aspetti classico, con una trama ben definita e personaggi autentici, caratterizzati con abilità. In un paese in guerra contro gli Orchi, due ragazzi devono abbandonare i genitori e la loro casa per allontanarsi dalla battaglia, accompagnati da un’anziana zia. Vengono rifiutati da vari villaggi e spinti sempre più lontani dagli affetti. Giunti finalmente in un piccolo villaggio, viene loro permesso di restare e vivere in una vecchia casa infestata sulla collina, piena di spifferi e di presenze. Mentre ci chiediamo se queste siano ostili o benevole, fratello e sorella si trovano a dover fronteggiare il bullismo dei compagni di scuola, la diffidenza di una piccola città verso tutto ciò che è estraneo e diverso, spingendo la giovane a isolarsi nei meandri oscuri di un bosco stregato, trovandosi così faccia a faccia con una creatura mutaforma. Finché, a interrompere una pericolosamente attuale caccia alle streghe, la guerra e i suoi orchi giungono alle porte del villaggio, facendo sì che si formino alleanze in grado di sgretolare i muri del pregiudizio.

Finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Antonella Azzoni – “Storia quasi seria di un Vampiro perbene” – Roma
  • Rossella Baiocchi – “Tessa bucaneve” – Montecarlo (Lucca)
  • Antonella Baratti – “Il Prescelto” – Bologna
  • Jessica Bellina – “La scelta di Celeste – Il rito” – Gemona del Friuli (Udine)
  • Simona Bisconti – “La Strega nel bosco di abeti” – Torino
  • Antonio Branda – “La Figlia del Cacciatore” – Tortona (Alessandria)
  • Sandra Colomberotto – “Il Mallo Verde” – Ravenna
  • Silvano Costantini – “La Vestale della Luna” – Genova
  • Giancarlo Cotone – “Eva dai capelli turchini” – San Donato Milanese (Milano)
  • Mauro Cotone – “Gli occhi del padre” – Roma
  • Massimo Croce – “Indigesto come il Male” – Genova
  • Antonio Cuccurullo – “Il paese delle anime sospese” – Siano (Salerno)
  • Ornella Fiorentini – “Diario d’amore alieno” – Ravenna
  • Micol Fusca – “Etimmè” – Montebelluna (Treviso)
  • Ilaria Grimaldi – “La connessione: il marchio” – Portico di Caserta (Caserta)
  • Armando Iadeluca – “La compagnia del Ciuccio” – Pereto (L’Aquila)
  • Giovanni Macrì – “La villa” – Messina
  • Andrea Mambretti – “Creature” – Corsico (Milano)
  • Tommaso Mariantoni – “Grusel – La Creatura di Hügel Nebel” – Roma
  • Francesco Mazzucco – “Le nebbie del confine” – Limana (Belluno)
  • A. Montresor – “Stagione Stregata” – Massa
  • Luigi Petruccelli – “Albelda e Navarrete” – Torino
  • Franco Sorba – “Il mattino ha il nero in bocca” – Moncalieri (Torino)
  • Sara Valpione – “I cerchi delle maree” – Manchester United Kingdom
  • Rubens Villarboito – “I topi che volano” – Cossato (Biella)

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Premi Letterari Nazionali: - Giovane Holden - Streghe Vampiri & Co. - Bukowski