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Vincitori XI ed.

Sono stati proclamati i vincitori dell’XI ed. del Premio durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta sabato 4 dicembre a Viareggio (Lu).

A questo link le foto della cerimonia.

A questo link il video della cerimonia di premiazione.

Poesia inedita

  1. Pietro Paolo Imperi – “La storia del satiro e della donna lupo” – Roma
    Motivazione: Incontrarsi, avvicinarsi e poi allontanarsi, ritrovarsi perduti. La vita ha intrecciato due strade, è stato breve, sembra appena un attimo, ma una parte di tutto questo durerà a lungo. Le maschere del fantastico tradiscono differenze troppo grandi, e un destino che era già scritto. Un lupo non può appartenere, e come potrebbe un satiro frenare il proprio caos. È una storia da adulti, e la spina di dolore che lascia, da adulti si capisce, si accetta, si gestisce – anche se poi, in un istante, il pensiero scappa a rimpiangere il piccolo incanto di un gioco da bimbi, a rivivere una notte che la magia la conosceva eccome, a dare la caccia a mille dettagli così insignificanti e così preziosi. La nostalgia dolceamara, così difficile da catturare e da metter nero su bianco, è ciò che detta un testo limpido, fragile, contemporaneo, intimista nel tono ma universale nel valore, in cui la poesia di Imperi confessa il momento clandestino di un desiderio semplice e impossibile.
  2. Venusia Marconi – “Lorelei” – Altidona (Fermo)
    Motivazione: Poesia di spessore sia sul piano formale, costruita su un pregevole equilibrio di composizione, che sul piano del contenuto, che interpreta in maniera delicata e commovente la leggenda della bella ondina, spirito acquatico dei miti germanici. Conosciuta come mostro che conduce i marinai alla sciagura del naufragio, nei versi struggenti di Venusia Marconi Lorelei diviene creatura titanica e generosa, che regala amore in modo pieno e reale, ancorché inarrestabile, ultimo, fatale. Accurata e preziosa la scelta di termini e di espressioni, affascina che con una musicalità densa ed elegante – proprio come un canto di sirena.
  3. Elisabetta Liberatore – “Entità (fantasmi scozzesi)” – Pratola Peligna (L’Aquila)
    Motivazione: È l’ispirazione formidabile di un luogo, sbiadito magari nella storia ma chiaro nella sua piena emozione, a creare la magia della lirica di Elisabetta Liberatore. Essa canta lo spirito di una landa del profondo nord caledone, percorsa da una memoria immaginifica come da un vento fiero e veloce, che accarezza tracce oramai perdute e soffia antiche suggestioni guerriere. Ogni parola diviene un piccolo incantesimo, che va a comporre un brillante mosaico dal visionario potere evocativo, che anche nei suoi slanci più gagliardi, mai abbandona una malinconica soavità.

Premio Speciale della Giuria:

  • Sergio Giovannetti – “La strega” – Vinci (Firenze)
    Motivazione: È vivace, battente, nervosa di ritmo e di passioni La strega di Sergio Giovannetti, che corre, vola, scompare e riappare di verso in verso, di accento in accento, di notte in notte. In uno splendido turbinio sprizzante di vita, rivendica se stessa, la propria limpida libertà, la bellezza della fantasia di cui è incarnazione. Le parole giocano, saltano tra i suoni e i significati, e si mescolano in un filtro fatto da mille aromi emotivi, dalla purezza di un ricordo di adolescenza, alla saggezza che detta scelte certe e serene. È una strega orgogliosa e leggera, seducente e temibile, femminile, coraggiosa, fantasy rock and roll.

Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Massimiliano Angeli – “Malfolletto” – Massaciuccoli (Lucca)
  • Daniele Giovanni Baccaro – “Memoria di yurei” – Agliana (Pistoia)
  • Cristina Biolcati – “Addio all’amata di un giovane vampiro” – Ponte San Nicolò (Padova)
  • Erica Caser – “Il veleno in un bacio” – Merano (Bolzano)
  • Massimo Cenci – “Il mago della luce” – Torino
  • Raffaella Ferrari – “Ala, vala, cum balà” – La Spezia
  • Silvia Fornoni – “Melaverde” – Cernusco sul Naviglio (Milano)
  • Lino Furlanetto – “La strega di oggi” – Marghera (Venezia)
  • Cinzia Locatelli – “L’eterno viaggio” – Bottanuco (Bergamo)
  • Domenica Magnano – “La baia di Brucoli” – Siracusa
  • Tullio Mariani – “Vigilia di Ognissanti” – Molina di Quosa (Pisa)
  • Davide Nervo – “La figlia della masca” – San Mauro Torinese (Torino)
  • Stefania Paci – “Il canto delle ondine” – Capraia e Limite (Firenze)
  • Paola Paradisi – “Varie facce della dea” – San Vincenzo (Livorno)
  • Elena Angela Pera – “Janara” – Masate (Milano)
  • Alessandro Porri – “Un vampiro dal… dentista!” – Roma
  • Elhey Sanders – “Viatico per un vampiro” – Barone Canavese (Torino)
  • Donatella Sarchini – “L’uomo del corvo” – Milano
  • Stefania Silvestri – “Il dono delle fate” – Nove (Vicenza)
  • Fabio Soricone – “La processione nera” – Villalba (Roma)
  • Luca Angelo Spallone – “Appuntamento al buio” – Venafro (Isernia)

Racconto inedito

  1. Simone Nepa – “La notte eterna delle belve” – San Benedetto Del Tronto (Ascoli Piceno)
    Motivazione: Si apre come un noir italiano, il racconto di Simone Nepa: siamo accanto al dottor Corsi, un affermato psichiatra, in auto tra le antiche colline del Piceno fino a un imponente monastero domenicano. Tuttavia, le parole che leggiamo ci attaccano presto addosso un senso di mistero cupo, pesante. Ma anche se la percezione di pericolo ci appare così chiara, non riusciamo a farci trovare preparati quando delle ombre furtive cominciano a muoversi dietro alle vetrate della clausura e la narrazione ci precipita dentro un nero abisso gotico. È con angoscia sempre crescente che allora ci aggrappiamo al nostro protagonista. Per tentare di non farci travolgere confidiamo nella sua razionalità, nella forza mentale di rinvenire un ordine in ciò che sembra incredibile e terrificante. Ma quella in cui sprofondiamo riga dopo riga è una successione di suggestioni che tambureggiano sulla nostra paura, e a essa non possiamo che arrenderci. La verità che riusciamo a intuire prima che tutto diventi scuro è una elaborazione letteraria tanto inquietante quanto originale delle agiografie cristiane. Secondo la tradizione, molti santi hanno sostenuto lotte spietate contro entità malvagie. Sulle reali forme di queste entità, però, poco ci si è soffermati. In queste pagine, quelle stesse belve assumono i contorni di creature di orrore vertiginoso, fuori dal tempo e da ogni fede, e il sacrificio che gli uomini devono compiere per salvarsi ha il tono fosco della disperazione.
  2. Ambra Pellegrini – “Il Patto” – Quarrata (Pistoia)
    Motivazione: Una narrazione ricca, scura e permeata di una profonda fascinazione, offre una versione alternativa ed emozionante della vicenda dalla costruzione di Palazzo Azzolini e anche della presenza del maestro Galileo Chini. La maledizione lanciata in punto di morte da una donna accusata di stregoneria non cade nel vuoto: presto o tardi, la linea di sangue che discenderà dal responsabile di quel rogo lo pagherà amaramente. L’entità oscura che compirà quel destino compare subito, e deve solo attendere il momento giusto, nascosta in un sotterraneo. Ma per certe forze, il tempo non è certo un problema. Quando oramai alle soglie del Novecento sopra quel sotterraneo si prepara il cantiere per un nuovo, grandioso palazzo, qualcosa si ridesta, e bramoso di portare vendetta comincia a tessere la propria tela crudele, utilizzando uomini ignari come mere pedine. Il racconto di Ambra Pellegrini, forte di una ambientazione molto suggestiva e assai curata, taglia quasi cinquecento anni della storia di uno scrigno della Toscana, quella Pistoia ambiziosa e combattiva che tanto splendore ancora cela.
  3. Mirco Camarin – “Dalla quercia giù dalla collina” – Carbonera (Treviso)
    Motivazione: In un evo indefinito, oscuro, sporco e incerto, Gregorio si procura da sopravvivere mediando tra popolani inquieti e spiriti capricciosi. Un tempo pellegrino in un mondo ben più vasto, ora egli è un po’ guida e un po’ ciarlatano, irriso e temuto, maestro di cianfrusaglie e risorsa estrema di un villaggio arrabbiato e pieno di paura. Perché è stato visto lo zombie, e lui è il solo che può farci qualcosa prima che i contadini si decidano ad affrontarlo, con chissà quali conseguenze. Racconto di spiccata presenza materica, in cui parole dai toni grigi e amari riempiono gli incarnati della solitudine e della alienazione. Le atmosfere sono pesanti, fangose di angoscia e di isolamento. Un romanticismo assolutamente peculiare tratteggia con splendida sensibilità il protagonista di Mirco Camarin, personaggio intrigante sospeso tra due mondi o forse di più, un estraneo a qualunque luogo, dotto e opportunista, bieco e dolce, sfrontato e di poderosa impronta drammatica.

Premi Speciali della Giuria:

  • Giulia Greco – “La fanciulla dei boschi” – Rende (Cosenza)
    Motivazione: È una straordinaria dolcezza a pervadere dal principio alla fine la storia di Giulia Greco. Si narra di un legame profondo tra due reietti in un mondo brutale, che non tollera chi è differente e chi non si allinea. Amelia, una strega, è la sola superstite delle persecuzioni che hanno distrutto il suo villaggio; Marcius, un cacciatore, ha abbandonato la sua gente non volendo cedere alla violenza che gli era chiesta. Entrambi creature perdute, isolate, ferite, che gli arcigni dettami imposti dalla paura avevano escluso dal consesso degli altri uomini, nel cuore di un bosco troppo fitto per le meschinità umane si sono scoperti vicini, sordi alla voce vigliacca del pregiudizio. Col tempo hanno costruito una strana, meravigliosa famiglia, che nel rispetto della libertà reciproca ha trovato forza immensa. E quando una storia più grande di loro torna a ripetersi, quando un altro villaggio viene distrutto e un altro piccolo superstite riesce ad arrivare in quello stesso bosco, la loro esistenza scopre di colpo una dimensione nuova e vertiginosa – il futuro.
  • Davide Sannia – “La bellezza è verità. Ricordi di un non-morto” – Monterenzio (Bologna)
    Motivazione: Quella della non-morte è una condizione insondabile sì su un piano biologico, ma soprattutto dal punto di vista spirituale. Il senso della vita umana, ciò che orienta ogni pensiero di un uomo, sta nella sua inesorabile finitezza, nel concepire il fatto che presto o tardi tutto avrà un limite fatale e nel comportarsi di conseguenza. Ma le creature che non arriveranno mai a un simile ultimo tramonto, come possono pensare? Come possono considerare se stesse, il passato e il futuro? Ovvero, cosa può trovare interessante un vampiro? È qui che si spalanca il vero abisso, non sul collo di giovani donne o in cripte oscure. Su questo sentiero affascinante si avventura Davide Sannia. I secoli paiono divenire giorni, in un racconto che non può che allontanarsi dalle strutture narrative ordinarie verso uno stile più asciutto, personale, cadenzato, quasi fantasmagorico. E tolto il tempo come orizzonte, come ultima, definitiva luce resta la Bellezza, la sfrenata raffinatezza estetica e il più elegante ingegno dell’uomo. Ma oltre ancora, c’è una forza a cui anche gli dei si piegano. L’amore, e la malinconia del suo sfiorire.

Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Ughetta Aleandri – “Tre nella nebbia” – Foligno (Perugia)
  • Cristina Amerio – “Aurobella” – Prato
  • Gabriele Andreani – “Una storia sepolta nel cuore” – Pesaro
  • Marzia Astorino – “Guenda, la strega” – Lissone (Monza-Brianza)
  • Mirko Atzori – “Il nano” – San Giovanni Suergiu (Sud Sardegna)
  • Massimo Basso – “Psicopompo” – Salerno
  • Marco Bonini – “Il cuore del principe” – Castiglione di Garfagnana (Lucca)
  • Ennio Buonanno – “Altrove” – Roma
  • Mirco Camarin – “Dalla quercia giù dalla collina” – Carbonera (Treviso)
  • Giancarlo Cotone – “John Doe” – San Donato Milanese (Milano)
  • Ida Daneri – “Biancospino” – Vigevano (Pavia)
  • Federico Del Monaco – “Il succhia anime” – Avezzano (L’Aquila)
  • Stefano Carlo Ferrari – “Paula – “I due spiriti dell’Africa” – Casatenovo (Lecco)
  • Micol Fusca – “Windigo” – Montebelluna (Treviso)
  • Pierluigi Guainazzi – “Selfie” – Desenzano del Garda (Brescia)
  • Ilarione Loi – “Un taglio netto” – Monreale (Palermo)
  • Alessia Massari – “Spirit” – Fontana di Rubiera (Reggio Emilia)
  • Gabriella Pison – “Sorry brother…” – Trieste
  • Alessandro Porri – “Jiaoren” – Roma
  • Giancarlo Cristian Raineri – “Il ritorno dei dragrifoni” – Romano di Lombardia (Bergamo)
  • Federico Spediacci – “Roccarossa” – Tresana (Massa)
  • Lorenzo Stiatti – “Chímaira” – Arezzo
  • Davide Tarò – “Il Mietitore” – Settimo Torinese (Torino)
  • Alessio Vaglio – “I laghi delle fate” – Piossasco (Torino)
  • Simone Zambruno – “Canto del Solstizio d’Inverno” – Ravenna

Romanzo inedito

  1. Micol Fusca – “Nel Buio della Notte” – Montebelluna (Treviso)
    Motivazione: Ci sarebbero molte cose da dire sul romanzo di Micol Fusca. Tutte vere e tutte troppo riduttive per l’intensità delle emozioni che suscita. Nel buio della notte è splendido. E terrificante. Commovente. Di un’attualità disarmante. Nel buio della notte è un racconto dell’orrore: c’è un mostro sotto il letto. Nel buio della notte però è molto di più, perché parla di malattia, che quando colpisce i bambini è devastante per tutti, parla di famiglia, di amicizia, di accettazione e di diversità, di follia, di solitudine e soprattutto di amore. Cosa succede quando il male non è l’uomo nero sotto il letto, ma è chi più ti sta vicino? Cosa accadrebbe se tutti riuscissero a guardare il mondo come solo un bambino malato e costretto a letto riesce a fare? Con la stessa intensità, forza e mancanza di pregiudizi? Nicolas è un bambino speciale? No. È solo un bambino. Allo stesso tempo sì, proprio in quanto tale. La scrittrice ci regala un gioiello, anzi, un intero tesoro: il desiderio di tornare a guardare il mondo come a dieci anni.
  2. Elisa Bellumori – “Foggy Seachers. Il pozzo di Waterose” – Grosseto
    Motivazione: Romanzo che si inserisce a pieno titolo nel filone fantasy puro. Gli elementi ci sono tutti: un ragazzo pieno di coraggio, una compagnia di estranei talmente diversi tra loro per razza e usanze da essere perfettamente complementari, principesse, pirati, soldati e, cuore di ogni storia fantastica, la ricerca. Della sorella scomparsa in questo caso, ma che diventa presto la ricerca della verità. Sulla propria famiglia, le proprie origini, sul bene e sul male. Elisa Bellumori gioca sapientemente con tutti gli elementi che i classici della letteratura fantastica ci hanno insegnato ad amare permettendoci di scegliere se essere elfi, orchi, principesse, scienziati pazzi, giovani intrepidi o demoni impulsivi. Navighiamo in un testo ben scritto e ricercato, ricco di dettagli ma mai pedante: una boccata d’aria fresca nella sua classicità rispetto a molti romanzi dello stesso genere in cui il fantastico non è che una scusa. Un ottimo ritorno alle origini.
  3. Daniela Angeletti – “Voodoo – I medium di New Orleans” – Seriate (Bergamo)
    Motivazione: “Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime”. Già dalle primissime pagine l’autrice ci descrive perfettamente il senso della perdita che a volte, anzi spesso, si accompagna alla disperata e straziante ricerca della verità. Avere la certezza nel proprio cuore che una persona amata ci ha lasciato ma non sapere né come né dove. Solo chi. La certezza dell’identità del colpevole alimenta pensieri di vendetta. Tutto inizia con un ragazzo alla ricerca della propria gatta nella neve. Una cascina abbandonata con un muro da scavalcare, una figura incappucciata da un lato, una donna misteriosa dall’altro. Poi la caduta, la testa battuta sul ghiaccio. E al risveglio il ragazzo non è più solo se stesso ma anche quella persona amata e perduta di tanto tempo prima. La descrizione è accurata e coinvolgente, ottimi i personaggi secondari, spiritosi e divertenti ma leali a cui subito ci si affeziona per quanto ben descritti. Daniela Angeletti ci introduce con maestria ai riti voodoo, tra sedute spiritiche, medium, reincarnazione, personaggi ambigui e prove di amicizia. Fino alla pace finale per gli spiriti inquieti.

Premio Speciali della Giuria:

  • Marco Del Ben – “Cani Rossi” – Desenzano del Garda (Brescia)
    Motivazione: Entriamo in sala, ci mettiamo seduti, togliamo la suoneria al cellulare. Le luci si spengono e il film inizia: Cani Rossi. Una parte di thriller, una di poliziesco, perfettamente amalgamate con una buona dose di fantascienza e cospirazione governativa. Il romanzo di Marco Del Ben si legge come si guarda un film. Tutto d’un fiato, in un crescendo di emozioni e con immedesimazione. Protagonista un poliziotto, a un passo dalla pensione ed eroe locale suo malgrado; si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, costretto a lottare contro qualcosa di innaturale pur di salvare non solo la sua famiglia, ma l’intera comunità. Soffriamo con lui quando impotente assiste al massacro dei suoi concittadini a opera di creature che nulla hanno del migliore amico dell’uomo ma che, al contrario, sembrano partorite dall’inferno. Il ritmo è incalzante, i personaggi ben tratteggiati, nulla è superfluo nella narrazione dello scrittore. Una sceneggiatura ben scritta che attendiamo di vedere in sala.

Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

  • Daniela Angeletti – “Voodoo – I medium di New Orleans” – Seriate (Bergamo)
  • Alessandro Arcuri – “Una storia potenzialmente infinita” – Crotone
  • Ferdinando Balzarro – “La casa in fondo al vicolo” – Bologna
  • Antonella Baratti – “Il prescelto” – Bologna
  • Jessica Beduschi – “La voce della ribellione. L’arcangelo caduto” – Curtatone (Mantova)
  • Jessica Bellina – “Il tocco della notte. L’ascensione” – Gemona del Friuli (Udine)
  • Elisa Bellumori – “Foggy Seachers. Il pozzo di Waterose” – Grosseto
  • Annamaria Bonandrini – “La regina Verbena” – Seriate (Bergamo)
  • Arturo Caissut – “All Apologies” – Cervignano del Friuli (Udine)
  • Marco Ciampolini – “L’albero di Devil’s Hole” – Certaldo (Firenze)
  • Alberto Clementi – “Fiat Lux” – Vigevano (Pavia)
  • Arnaldo Colia – “Merlin e la tavola gioiosa” – Foligno (Perugia)
  • Silvano Costantini – “La rosa nera” – Genova
  • Jolanta Maria Czarnomorska – “La luna delle bacche mature” – Cagliari
  • Marco Del Ben – “Cani Rossi” – Desenzano del Garda (Brescia)
  • Danila Clemente Fanelli – “Fata Carietta” – Matera
  • Chiara Forlani – “Evelina e altri fantasmi” – Ferrara
  • Micol Fusca – “Nel Buio della Notte” – Montebelluna (Treviso)
  • Augusto Gasco – “Noberius Von Baldemar – “Le grotte del Mustang, nel regno proibito di Lo” – Eupilio (Como)
  • Dario Gigli – “Luna pallida” – Ferrara
  • Francesco La Tessa – “Psorophora” – Monterotondo (Roma)
  • Caterina La Verde – “Il tormento oltre la vita” – Genova
  • Gabriele Leone – “L’incantatore di lupi” – Sant’Apollinare (Fr)
  • Milena Mazzini – “Una volta… C’era” – Maranello (Modena)
  • Stefano Moscardini – “Il Druido (Sacerdote)” – Piombino (Li)
  • Annapaola Prestia – “Il segreto dell’Angelo” – Villesse (Gorizia)
  • Michele Protopapas – “L’oscuro caso della generatrice di mostri” – Prato
  • Domenico Sivilli – “Il fuoco di Prometeo” – San Costanzo (Pesaro-Urbino)
  • Sabrina Tonin – “Pallida come la luna” – Tombolo (Padova)
  • Yami – “Un canto nell’oscurità” – Carlentini (Siracusa)
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Pubblicato da premighstreghebuk

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